TRATTA DELLE POLACCHE. PROCESSO PER DUE IMPRESARI A MODICA

Continuano a sfilare davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Giovanna Scibilia, presidente, Patricia Di Marco e Maurizio Rubino, a latere), i parenti di persone anziane o comunque bisognose di assistenza che hanno avuto alle proprie dipendenze donne polacche con funzioni di badanti e con uno degli imputati. Il processo per quella che all’epoca fu definita “la tratta delle polacche” va avanti a suon di testimoni, anche se c’è attesa per l’escussione delle lavoratrici provenienti dall’Est Europa per sapere quali siano stati i rapporti intrattenuti con il principale degli imputati, Marco Tumino, 48 anni, modicano, difeso dall’avvocato Enrico Trantino. Il processo per violenza sessuale, sequestro di persona ed estorsione vede alla sbarra anche il ragusano Marco Gurrieri di 42 anni, difeso dall’avvocato Maria Platania del Foro di Ragusa. I due imputati, nella fase preliminare, erano stati prosciolti dal Gup dai reati più gravi e, dunque, dall’associazione per delinquere e dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Restano ancora tre udienze per concludere il dibattimento. Il prossimo 18 aprile, in sessione pomeridiana, e poi il 16 ed il 23 maggio per tutta la giornata. In questi due ultimi appuntamenti sfileranno le “badanti” che intrattennero rapporti di lavoro con Tumino. L’uomo fu arrestato dalla polizia insieme al Gurrieri, perché, secondo l’accusa, avrebbero fatto giungere clandestinamente in provincia di Ragusa le donne polacche per farle assumere come badanti presso famiglie di Modica o del capoluogo ibleo. Due polacche, Anita Baber e Barbara Novec, denunciate a piede libero, ritenute complici degli imputati, furono prosciolte dal Gup da tutti i capi d’imputazione. Tumino sostiene di avere sottoscritto con le lavoratrici un regolare contratto in doppia lingua, con il quale era assunto l’impegno di operare come badanti dietro compensi che andavano da 520 e fino oltre le 700 euro il mese. L’imputato avrebbe percepito una percentuale di 50 euro mensili. Le indagini furono condotte dalla Procura della Repubblica di Modica e concluse con gli arresti eseguiti dalla polizia di Modica e della Squadra Mobile di Ragusa nei primi giorni di settembre del 2004.

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