E’ allarme nitrati a Scicli in due pozzi comunali

E’ allarme nitrati a Scicli in due pozzi comunali. A finire sotto esame il pozzo Dammusi, a Donnalucata, e il pozzo Manenti, in contrada Ritegno, tra Scicli e Cava d’Aliga. E se quest’ultimo attualmente non viene emunto, dato che siamo in bassa stagione (il pozzo Manenti rifornisce Cava d’Aliga nel periodo estivo), più grave è la situazione di pozzo Dammusi, che rifornisce sia Donnalucata che Cava d’Aliga durante tutto l’anno. I livelli della presenza di nitrati sono preoccupanti e per tale ragione al Comune si è tenuta una conferenza di servizio tra l’assessore all’ambiente Bruno Occhipinti, i responsabili comunali del servizio acquedotto e protezione civile, e alcuni tecnici ragusani che hanno affrontato il problema, durante la scorsa estate, a Marina di Ragusa. Il nitrato deve essere regolato nell’acqua potabile dato che i livelli in eccesso possono causare la metaemoglobinaemia, o "malattia dei bambini blu". Anche se i livelli di nitrato che colpiscono i bambini non sono pericolosi per i bambini più grandi e gli adulti, possono però indicare la possibile presenza di altre più pericolose sostanze inquinanti residenziali o agricole, quali i batteri o gli antiparassitari. Il p ozzo Dammusi, a nord di Donnalucata, è il più importante punto di approvvigionamento idropotabile del territorio di Scicli con una portata di 65 litri al secondo. Questo pozzo, oltre ad essere il più importante, è anche il più vulnerabile dal punto di vista qualitativo, in quanto si trova a circa 150 metri di distanza dal mare, ma ad una quota di 6 metri sul livello del mare. Il problema per il pozzo Manenti è spostato nel tempo solo di qualche mese. Nel periodo estivo, infatti, a causa dell’aumento di popolazione nelle borgate, per garantire il servizio, è necessario integrare l’acqua del pozzo Dammusi con le acque provenienti dal pozzo Manenti, Cannata e Petraro, le quali vengono convogliate nel serbatoio di contrada Carnemolli ed immesse nell’acquedotto di Cava d’Aliga. La patata bollente è ora nelle mani dell’assessore all’ecologia Occhipinti, che dovrà trovare rimedi, e soldi, per finanziare i rimedi. A Ragusa, la scorsa estate, sono stati spesi 150 mila euro per risolvere il problema per sessanta giorni. A Scicli bisognerà trovare soldi e risorse per far fronte a questa emergenza, che, senza voler creare allarmismo, desta preoccupazione nella popolazione. E con i chiari di luna degli ultimi tempi (i dipendenti delle cooperative sociali non percepiscono lo stipendio da dieci mesi) non è detto che sia facile trovare le risorse.

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