PER I TRAGICI FATTI DI CATANIA-PALERMO, GLI ULTRAS MODICANI SI DISSOCIANO

*) “L’assassino dell’ispettore di Polizia, Filippo Raciti, non ha nulla a che vedere col mondo degli ultras”. Lo dicono gli appartenenti al Gruppo Ultras Centurie Modica che da domenica scorsa hanno avviato una protesta nei confronti di chi ha puntato il dito su questa frangia di tifosi organizzati. “Abbiamo deciso – dicono in una nota le Centurie – di non frequentare più le gradinate del polisportivo modicano, dimostrando nella nostra piccola realtà che lo stadio senza la nostra presenza diventerà un vero e proprio mortorio. Seguiremo il Modica solo in trasferta, almeno finchè potremo”. Gli ultras non accettano di esser paragonati allo stesso modo di coloro che creano disordini, ritenendo assurdo il provvedimento che impone a migliaia di tifosi di rimanere fuori dagli stadi. “Ci sembra assurdo – aggiungono le Centurie di Modica – non fare andare allo stadio quelli che si fanno in quattro per seguire la squadra, quelli che cantano a squarciagola anche mentre si perde in campo, quelli che con la propria squadra già retrocessa vanno in trasferta per sostenere il proprio ideale fatto di amicizia, rispetto e lealtà”. Domenica scorsa i tifosi organizzati del Modica hanno assistito alla partita contro la Virtus Catania dalla collinetta che sovrasta lo stadio, manifestando con degli striscioni, ma in silenzio. “Sicuramente – dicono – non fermeremo le nostre attività. Ci spiace penalizzare i giocatori e il presidente, ma proprio loro devono capire e denunciare che senza gli Ultras non rimane altro che 22 giocatori che prendono a calci un pallone”.

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