Il ragazzo sciclitano in prognosi riservata, caduto dal cornicione della chiesa di San Matteo

Prognosi riservata. E’ ricoverato al Policlinico di Messina D.E., il giovane diciassettenne caduto da un cornicione interno della navata della chiesa di San Matteo. Nella notte tra domenica e lunedì il giovane sciclitano è stato operato al reparto di ortopedia dell’ospedale Maggiore di Modica, quindi è stato trasferito in elisoccorso presso l’ospedale del capoluogo peloritano, nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni sono gravi, ma il ragazzo non dovrebbe rischiare la vita. I chirurghi del nosocomio modicano lo hanno operato ad entrambi i femori e hanno installato una protesi in uno dei talloni. Parecchie le fratture sul resto del corpo, mentre per i denti, molti dei quali saltati nel violento urto a terra, ci sarà tempo. Intanto, i carabinieri, ieri mattino, hanno compiuto un sopralluogo nella chiesa di San Matteo. E’ probabile che il ragazzo sia entrato, dopo essersi arrampicato su alcuni muri esterni, attraverso una finestra. La chiesa era chiusa e inaccessibile, almeno dai suoi ingressi “canonici”, i tre cancelli sigillati con delle catene e lucchetti della fiancata laterale, visibile dalle curve di contrada Spana. Purtroppo nessuno aveva pensato di chiudere con delle inferriate le finestre laterali. Del resto arrampicarsi sin lassù, saltando da un muro di cinta all’altro, è davvero operazione temeraria. Il giovane studente sciclitano, a quanto pare, domenica pomeriggio era andato con altri due amici a San Matteo per provare l’ebbrezza della vertigine, a un’altezza superiore ai dodici metri. Dopo avere scavalcato i muri di cinta ed essere entrati dalla finestra, i tre hanno iniziato a camminare, per il puro gusto del rischio, sui cornicioni che sporgono sopra la navata centrale. Il giovane, forse colto da vertigine, forse per un mancamento, ha perso l’equilibrio, ed è caduto giù, rovinando a terra, da un’altezza di oltre dodici metri, davanti agli occhi atterriti degli amici di sventura. Subito l’allarme dato coi cellulari. Sul posto i carabinieri e il 118, i cui uomini, grazie a delle cesoie in dotazione dell’ambulanza, sono riusciti a segare il lucchetto e le catene che impedivano l’accesso della lettiga nella chiesa, mentre uno dei sanitari si introduceva insieme a un carabiniere nella feritoia da cui il ragazzo era riuscito a entrare, e ha prestato le prime cure, in attesa che arrivasse finalmente la barella. Momenti di concitazione e di ansia. Poi il trasporto in ospedale, al Busacca, l’arrivo dei genitori, increduli della dinamica della disgrazia, dei tanti amici coetanei, che la domenica pomeriggio hanno l’abitudine di andare a San Matteo, alla ricerca di brividi. Dopo quasi due ore di cure il trasferimento del giovane a Modica, per la Tac, l’operazione ai due femori e quindi il volo, in elisoccorso a Messina. Un incubo. Ieri mattina la città era ancora sotto choc.

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