Maxi risarcimento da parte delle assicurazioni per incidente mortale sul ponte Guerrieri di Modica

Il magistrato ha deciso. L’assicurazione dovrà risarcire, ed in maniera sostanziosa, l’unica superstite del tragico incidente stradale avvenuto la sera del 22 febbraio del 1998 sulla Strada Statale 115 nei pressi del Viadotto Guerrieri: Si è, infatti, concluso con la condanna emessa dal giudice monocratico in sessione civile del Tribunale di Modica, Sandra Levanti, nei confronti dell’assicurazione Ras, riconoscendo in Antonino Fargione la responsabilità in solido nel sinistro che, nei fatti, distrusse un’intera famiglia. Morirono, infatti, il quarantacinquenne Orazio Tedeschi, la moglie Rita Amore, e, in seguito, anche il figlioletto, Danilo Tedeschi. L’altra figlia della coppia modicana, Federica, rimase ferita ed è l’unica reduce del grave episodio. Imputato, come si diceva, era il meccanico modicano Antonino Fargione, patrocinato dall’avvocato Fabio Borrometi, che già nella procedura penale aveva patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione. Successivamente gli eredi avevano avviato il processo civilistico per il risarcimento danni. In primo luogo è stato il tutore della bambina, assistito dall’avvocato Luigi Piccione, a costituirsi in giudizio poi sono stati anche i parenti della giovane coppia. Nella vicenda erano coinvolti tre istituti di assicurazione: l’Italica, la Polaris ed anche la Sai, quest’ultima in rappresentanza del Fondo Vittime della Strada, perchè la responsabilità dell’incidente sarebbe attribuita ad una terza autovettura, rimasta ignota, che, uscita dall’incolonnamento, avrebbe tentato la svolta a sinistra determinando la circostanza che ha coinvolto l’Alfa 164 guidata dal Fargione che poi impattò con la Y 10 della famiglia Tedeschi. Quella sera la famigliola stava rientrando a casa dopo avere assistito alle manifestazioni del Carnevale modicano. Per evitare lunghe code aveva deciso di raggiungere il Quartiere Sacro Cuore, dove risiedevano, attraverso la SS. 115. Mai decisione fu sbagliata perché nei pressi di un negozio di mobili trovarono la morte. La Ras è stata coinvolta in quanto l’autovettura dell’investitore portava una targa di prova i cui rischi erano, per l’appunto, coperti dall’istituto assicurativo anzidetto

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