Uccio Mania si pronuncia a riguardo della realizzazione del parco eolico

“Che il principio di sussidiarietà trovi coerenza nella realtà normativa”. Così esprime la propria soddisfazione il Gruppo Consiliare dell’Udc, dopo il parere negativo espresso dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Ragusa riguardo alla realizzazione del parco eolico in zona Cava Martorina, che interesserebbe un’area di circa 4 chilometri quadrati, un atto che, momentaneamente, mette il punto finale all’ennesimo tentativo di istituire l’impianto. “Cava Martorina – dice il capogruppo, Uccio Mania – non si tocca. I lavori per la realizzazione del parco eolico saranno interessati alla costruzione di chilometri di strade sterrate inesistenti per collegare tutto il parco eolico e per il transito di veicoli eccezionali e non, nonché sbancamenti, scavi straordinari, movimenti di terra. Tutte opere che potranno stravolgere la morfologia ed il delicato equilibrio di un ambiente pressoché incontaminato”. La circolare dell’assessorato circolare al Territorio e Ambiente del 14 dicembre scorso, nelle more dell’approvazione del Piano Energetico Regionale, l’assessorato, competente a rilasciare le autorizzazioni per l’installazione di impianti eolici, ha emesso direttive che hanno distinto il territorio regionale in tre ambiti: zone escluse, nelle quali non è consentita l’installazione degli impianti eolici(Sic e Zps); zone sensibili, dove la possibilità di installazione va valutata caso per caso(vincoli archeologici, paesaggistici e naturalistici); zone consentite, con particolari accorgimenti. “Il sito di Cava Martorina – dice ancora Mania – rientra fra le zone escluse e le zone sensibili. Non agevoleremo mai la strada della desertificazione turistica, agricola ed estetica del nostro territorio e, a tal proposito, invitiamo i parlamentari iblei a sollecitare il governo regionale, già sensibile al problema, a definire il Piano Paesistico ed il Piano Energetico, strumenti che razionalizzeranno molte tematiche, attualmente nebulose. Il nostro impegno politico-istituzionale per Modica ha scommesso su un modello irrinunciabile di sviluppo endogeno, compatibile con la vocazione del nostro territorio: agricoltura di qualità, turismo e prodotti enogastronomici. Lo choc economico, provocato al tessuto sociale da scelte estranee al sistema “Modica”, non può essere risanato con le elemosine che ricadrebbero nelle casse comunali”.

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