APERTURE DOMENICALI NEGOZI. LA CHIESA DI RAGUSA PRENDE POSIZIONE

Sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali”, si registra l’intervento di Monsignor Giovanni Battaglia, Direttore Ufficio Problemi Sociali e del lavoro della Curia di Ragusa. Riportiamo il documento integrale. "Si assiste con una certa preoccupazione al dibattito in atto sulla opportunità di concedere alle aziende commerciali la facoltà di apertura al pubblico degli esercizi nelle giornate festive, inducendo i lavoratori a fornire la propria opera anche in tali giornate. Sollecitati da più parti, come rappresentanti della comunità cristiana, ad intervenire in tale dibattito, riteniamo di riconfermare quanto già detto su tale questione, con abbondanti argomentazioni nel documento di questo ufficio diocesano del 13 Dicembre 2003 sul “Lavoro domenicale ed esigenze varie dell’esistenza umana e del tessuto sociale”. Siamo tutt’ora consapevoli che il nostro sguardo non può prescindere dalla complessità dei moderni sistemi economici; ma siamo altresì convinti che “ ci sono bisogni collettivi e qualitativi che non possono essere soddisfatti mediante i meccanismi del mercato; ci sono esigenze umane importanti che sfuggono alla sua logica; ci sono beni che, per la loro natura, non si possono e non si debbono vendere e comprare” ( Giovanni Paolo II, Centesimus Annus, n.40,1991). E’ evidente che non si possono affrontare scelte e assumere indirizzi che incidono direttamente sulle esigenze profonde dell’esistenza umana e del tessuto sociale, senza porsi alla ricerca di orientamenti etici capaci di promuovere il vero bene dei singoli, dei gruppi e delle comunità. Già sul piano umano, il ritmo della vita dell’uomo non solo esige una sosta nel lavoro settimanale, ma chiede che essa sia possibilmente contemporanea per tutti i membri della famiglia, onde venire incontro alle loro esigenze di coesione e di comunione. La moderna economia si orienta oggi verso la produzione non solo di beni posizionali o di consumo, ma anche di beni relazionali ritenuti fondamentali per la convivenza sociale come del resto è ribadito dalle direttive europee e costituzionali. Quello che abbiamo cercato di evidenziare è la necessità – per il bene stesso dell’uomo, del mondo del lavoro e della società – di un tempo comune di astensione dal lavoro, in cui poter vivere la relazionalità festiva e in cui poter coltivare altre dimensioni della vita rispetto a quella economica. E che tale spazio temporale comune debba coincidere con la Domenica, è insito nel fatto che il carattere festivo della domenica ha radici millenarie nella cultura del popolo italiano e di quelli europei, e rappresenta un tratto essenziale della comune identità, nonché una risorsa collettiva preziosa per l’umanizzazione della convivenza civile. Riteniamo, quindi, di ribadire che il lavoro domenicale, quando non risponde a servizi essenziali e indispensabili, è da evitarsi per motivi non solo religiosi, ma umani e sociali. E che le nostre considerazioni sono dettate dal rispetto dovuto alla centralità della persona umana e dei suoi diritti prima ancora di qualsiasi altra valutazione di carattere economico".

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