Criminalità familiare. Importante intervento della Squadra Mobile di Ragusa

Negli ultimi anni si è registrato un forte cambiamento del costume sociale, che ha portato a tollerare sempre meno la violenza anche in un ambito così riservato come la famiglia ed è un fenomeno che si manifesta in ogni ambiente o classe sociale. Si tratta di un problema in gran parte sommerso, di una piaga che si consuma in silenzio e che distrugge anima e corpo delle vittime. Inoltre, la legge riconosce il fenomeno anche nei casi di violenza tra coniugi separati in quanto la convivenza non rappresenta un presupposto della fattispecie criminosa in questione, in quanto lo stato di separazione non esclude il reato quando l’attività persecutoria viene ad incidere su quei vincoli che, rimasti intatti a seguito del provvedimento giudiziario, pongono la parte offesa in posizione psicologicamente subordinata. Fortunatamente le vittime si sono fatte consapevoli dei propri diritti e delle ingiustizie subite e spesso il fenomeno emerge solo quando la vittima riesce a trovare la forza di varcare la soglia della Questura. Cosa che ha fatto la signora I.C., di anni 36 ragusana, che sebbene separata da oltre due anni da A.C. di anni 31 ragusano, non ha mai cessato di subire violenze di ogni tipo. Le indagini condotte dalla sezione reati contro la persona della Squadra Mobile hanno accertato che l’azione violenta dell’ex coniuge A.C. non si era mai arrestata neppure con la separazione, assumendo caratteristiche persecutorie fino al punto di provocare nell’ex compagna un grave stato di disagio, malessere fisico e psicologico, sino al punto da porre tuttora l’ex moglie in posizione psicologicamente subordinata. La persecuzione attuata dal A.C. si è estrinsecata con telefonate continue ad ogni ora del giorno; una numerosissima sequela di sms, la presenza continua nei pressi del luogo di lavoro della ex moglie o in qualsiasi posto dove abitualmente la donna trascorre il tempo libero; violenze fisiche anche in presenza di altre persone. Il tutto teso a creare il vuoto attorno all’ex coniuge, isolandola dal suo contesto sociale e affettivo. Gli elementi probatori forniti dagli investigatori della Squadra Mobile hanno consentito al P.M. Dr.ssa Nicoletta MARI di chiedere e ottenere al G.I.P. di Ragusa, Dr. V. IGNACCOLO, una particolare misura cautelare di tipo interdittiva prevista dall’art. 282-bis c.p.p., in quanto impone al marito persecutore il divieto di avvicinarsi all’ex coniuge compresi i luoghi che questa abitualmente frequenta (posto di lavoro, abitazione, locali pubblici, ecc.). Il provvedimento è stato notificato in data odierna all’interessato il quale è stato diffidato dal disattendere le prescrizioni.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa