Modica: Colpo di scena per la morte di padre Rosario Basile

Colpo di scena sulla morte di Don Rosario Basile, il parroco della Catena, deceduto nella notte tra il sette e l’otto dicembre scorso all’Ospedale Maggiore, in seguito all’incidente stradale che lo aveva visto vittima ed avvenuto in Via Giarratana, al Quartiere Vignazza. La Procura della Repubblica ha deciso, infatti, di fare riesumare il cadavere dell’ottantanovenne prelato, disponendone l’autopsia. Ma c’è di più. Nel fascicolo, assunto nelle scorse ore dal Procuratore Capo della Repubblica, Domenico Platania, risulta da ieri iscritto nel registro degli indagati un medico del nosocomio di Via Aldo Moro. La vicenda, dunque, si riapre proprio quando tutti si erano “messi col cuore in pace” dopo che si era deciso di restituire ai familiari ed ai parrocchiani il corpo del sacerdote, senza andare all’esame autoptico che era stato, invece, sollecitato dal direttore sanitario del “Maggiore”, Raffaele Elia, e che tendeva a chiarire definitivamente la possibilità di un possibile caso di malasanità. In quell’occasione i magistrati indaganti fecero tesoro del parere espresso dal consulente tecnico d’ufficio, l’anatomo patologo Giuseppe Alfieri, secondo il quale i contenuti della cartella clinica redatta dai sanitari dell’ospedale, che addebitava la morte ad un sopravvenuto ed imprevedibile embolo, era esaustiva. Queste conclusioni non avevano, però, soddisfatto i parrocchiani né, tantomeno, la chiesa locale. In particolare, nel corso dei funerali celebrati in un’affollatissima Chiesa Madre di San Pietro, erano partiti pesanti strali nei confronti della sanità per voce di Don Giovanni Stracquadanio, parroco di San Giorgio, e da un parrocchiano, molto vicino a Padre Basile. I familiari di quest’ultimo sono patrocinati dall’avvocato Nino Frasca Caccia. Il nome del consulente che eseguirà l’autopsia è tenuto nel più stretto riserbo per via del segreto istruttorio.

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