Operazione “Free land”

La testimonianza di uno degli imprenditori truffati ha, finalmente, fatto decollare il processo riguardante l’operazione “Free Land”, eseguita dalla Squadra Mobile di Ragusa e dagli agenti del Commissariato di Modica tra Scicli e Vittoria, il 28 aprile del 2004, dopo che Il presidente del Collegio Penale del Tribunale di Modica, Salvatore Rizza, si era dichiarato incompatibile per celebrarlo tant’è che stavolta la Corte è stata presieduta da Sandra Levanti. E’ stato Giovanni Galizia ha rendere la propria testimonianza ricondotta ad un danno subito per circa 800 mila euro. L’uomo ha chiarito di non avere avuto mai rapporti diretti con gli imputati e che erano i propri dipendenti a trattare gli affari con questi. Ha, oltremodo, ricostruito tutta la vicenda concernente l’operazione. I magistrati, come primo atto, avevano provveduti ad ammettere tutte le prove della difesa, mentre ha rigettato le istanze del pubblico ministero, Francesca Aprile, che si riferivano all’acquisizione dei verbali sulle individuazioni fotografiche e degli ordini di custodia cautelare in carcere. In totale furono ventisei le ordinanze di custodia cautelare in carcere spiccate dal Gip di Modica per un presunto giro di truffe consumate ai danni di aziende che operavano nel commercio di prodotti per l’agricoltura di Scicli. In questo processo, però, sono 19 gli imputati perché gli altri hanno già pagato dazio alla giustizia. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe contro quattro aziende sciclitane. Il processo è contro Giombattista Muccio, Angelo Nastasi, Giuseppe Nifosì, Angelo Rimmaudo, Rosario Cassibba, Giovanni Rizza, Giovanni Cilia, Giovanni Rimmaudo, Roberto Scifo, Giuseppe Romano, Giovanni Siciliano, Giuseppe Centorri, Emanuele Di Fede, Rocco Cassisi, l’unico in atto detenuto, Venerando Lauretta, Pietro Noto, Giovanni Sbezzo, Giovanni Galifi e Salvatore Melfi. Secondo l’accusa gli interessati avrebbero fatto parte di un’organizzazione che avrebbe acquistato attrezzature per l’agricoltura presso cinque imprese di Scicli per centinaia di migliaia di euro che, grazie ad un giro di società fantasma. Pagavano, quindi, i primi ordini di importi modesti, ma non onoravano i successivi che erano di quantità rilevanti. Il processo riprenderà il prossimo 2 febbraio quando sarà escusso un altro imprenditore sciclitano truffato ed un poliziotto verbalizzante

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