Giorgio Scivoletto

Da oltre sei mesi il giudice monocratico del Tribunale di Modica sollecita l’acquisizione della documentazione contabile delle ditte a favore delle quali furono emesse le fatture e delle copie autentiche degli assegni bancari con i quali furono pagate le anzidette fatture, ma la Guardia di Finanza di Riva del Garda non ottempera alla disposizione del magistrato modicano, che sembra spazientito tant’è che, con molta probabilmente deciderà prossimamente di revocare l’ordinanza. Il processo riguarda un filone della maxi inchiesta sulle cosiddette società fittizie eseguita dalla Guardia di Finanza nel 2001. In questo caso l’imputato è l’imprenditore modicano Giorgio Scivoletto, 53 anni, allo stato residente a Lucca, che è patrocinato dall’avvocato Fabio Lucifora. Nei suoi confronti c’era già stata la richiesta del pubblico ministero di condanna, ma il giudice aveva deciso l’acquisizione dei nuovi atti. Alla base del processo ci sano in ballo quasi 90 milioni di vecchie lire. I fatti contestati dalla pubblica accusa risalgono agli accertamenti effettuati dalle Fiamme Gialle l’otto novembre del 2001. I militari nel corso di un controllo eseguito nell’omonima azienda dell’imputato riscontrarono che questi, in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, nella qualità di titolare dell’impresa che operava nel campo dei lavori generali di costruzione di edifici con sede a Modica e che cessò l’attività il trentuno dicembre del 1999, al fine di consentire a terzi l’evasione delle imposte sui redditi, avrebbe emesso solo nell’anno 1998 circa venti fatture per complessivi ottantotto milioni del vecchio conio con destinatarie sempre le stesse tre società. La prossima udienza è stata fissata per il 12 dicembre ed in quella occasione si potrebbe andare alla definizione. Sa.C.

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