Avis

E’ vantaggioso per le strutture territoriali già collaudate, intestarsi e pianificare piani di prevenzione e strategie di progettualità per una Protezione Civile moderna, in grado di interagire nel costituire un sistema rete che si arricchisca delle capacità di tanti soggetti che operano nella raccolta, lavorazione e conservazione del sangue. E’ uno degli obiettivi che si erano posti gli organizzatori del seminario di studi “Risorsa sangue nelle maxiemergenze sanitarie”, e cioè quelli della sezione Avis di Modica. “La popolazione iblea – dice Franco Tona, presidente dell’organizzazione di volontariato – come abbiamo più volte ribadito, vanta un primato nello scenario del volontariato isolano e forse dell’intero Meridione d’Italia: una grande capacità organizzativa ed una qualificata presenza in tutti i settori del non- profit. Nel campo della donazione volontaria del sangue, grazie alla politica sinergica tra i Servizi Trasfusionali ed Associazioni Onlus non profit, è stata raggiunta l’autosufficienza da diversi anni che, anzi, supporta le deficienze di altri Centri isolani”. Molte relazioni hanno tracciato il concetto di maxi-emergenza sanitaria quale situazione critica che, insorgendo bruscamente con la grande quantità di colpiti abbisognevoli di cure urgenti indilazionabili, crea un momento acuto delle richieste di soccorso. Tali esigenze, comunque gestite dalle strutture locali predisposte al trattamento delle emergenze cliniche che se non immediatamente e correttamente trattate, in ogni situazione e momento, comporta la compromissione delle funzioni vitali e la morte del paziente. “In questa gap – aggiunge Tona -, le vittime che corrono imminente pericolo di vita sono certamente quelle che presentano una o più segni clinici di prime urgenze. Tra le varie condizioni cliniche di prime urgenze, molte hanno bisogno del supporto trasfusionale per una condizione di anemia acuta grave in shock vascolare, politraumatico o per una coagulopatia acuta (Disseminated Intravascular Coagulation)”. Saro Cannizzaro

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