Lavoro nero

SCICLI. –  Lavoro nero con l’impiego di extracomunitari clandestini ancora nel mirino delle forze dell’ordine. Stavolta sono stati i carabinieri della Compagnia di Modica ad entrare in azione per cercare di contrastare il fenomeno dello sfruttamento dei clandestini impiegati presso le aziende agricole e le serre del luogo. Dieci le aziende controllate ed all’interno delle quali era impiegata manodopera straniera. A seguito dei controlli è emerso che presso due delle aziende lavoravano dei cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno e di documenti identificativi. Nella prima azienda erano impiegati tre clandestini come braccianti agricoli e, pertanto, il titolare è stato deferito all’autorità giudiziaria per aver tratto un ingiusto profitto della condizione di clandestinità degli stranieri e a quest’ultimi è stato notificato l’ordine di lasciare il territorio italiano entro cinque giorni. Ben più gravi sono state, invece, le conseguenze per M.T., sciclitano, 45 anni, titolare assieme all’anziano padre, anche lui denunciato in stato di libertà, di una piccola impresa agricola nella parte alta di Donnalucata, ove la maggioranza dei dipendenti sono risultati essere clandestini. Nove dei tredici dipendenti, tutti stranieri, della società sono risultati non in regola con le norme sul soggiorno nel territorio. Tre di loro sono stati arrestati in quanto già colpiti da precedente decreto di espulsione Agli altri sei è stato notificato il previsto ordine di lasciare il territorio italiano entro cinque giorni. . “I lavoratori – dice il capitano Marco Latini – erano impiegati in un campo per la raccolta di zucchine e costretti dalla propria condizione personale di clandestini a lavorare senza neppure sapere quale sarebbe stato il loro compenso sino al termine”. I due congiunti sciclitani devono rispondere di illecito arricchimento in danno di clandestini e rischiano una pena pari a 4 anni di reclusione e una multa superiore a 15 mila euro. Sa.C.

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