Vertice legge sull’indulto dopo un caso di sussidio immediato

Si presenta presso uno dei responsabili del settore Servizi Sociali e lo minaccia se questi non gli procurerà un lavoro o un sussidio immediato. Un episodio che ha turbato l’ordine pubblico e che ha indotto l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Paolo Garofalo, a convocare un vertice per fare il punto sulla situazione dopo il beneficio di parecchi pregiudicati, com’è il responsabile dell’episodio minaccioso, della legge sull’indulto. Carabinieri, guardia di finanza, per le forze dell’ordine, e poi gli assessori del Distretto 45, Tringali(Ispica), Barrera(Pozzallo) e Pacetto(Scicli), hanno, unanimemente, concordato sulla necessità di avviare delle iniziative.

“E’ stato un incontro – dice Garofalo – che fa seguito a quello convocato il Prefetto di Ragusa. Cercheremo di provvedere con l’urgenza necessaria ma il nostro raggio d’azione è molto limitato. Sia ben chiaro che qualunque atto deve passare attraverso gli assistenti sociali. Questi sono gli unici soggetti deputati ad accogliere le varie istanze in materia e nessun altro”.

Dalla riunione di ieri a Palazzo San Domenico è emerso che il livello d’attenzione si è alzato e da tutti i presenti, compresi i rappresentanti dell’Istituto Penitenziario di Modica Alta, è venuta fuori la necessità di non tollerare più altri episodi come quello avvenuto nei giorni scorsi.

“Vogliamo preparare – aggiunge l’assessore alle Politiche Sociali – un progetto d’integrazione lavorativa per questi soggetti tornati in libertà. Sappiamo che tutto ruota attorno a dei fondi nazionali. Siamo in attesa, dunque, di avere chiarimenti su questa legge”.

I rappresentanti dei quattro comuni del Comprensorio di Modica, delle forze dell’ordine e delle altre istituzioni presenti al vertice hanno convenuto di chiedere un incontro con il presidente dell’amministrazione provinciale di Ragusa, Franco Antoci, per coinvolgere l’ente di Viale del Fante. Al massimo rappresentate della Provincia sarà chiesto un tavolo tecnico attraverso il quale, come si diceva, si intende favorire il reinserimento lavorativo nella società.

“Allo stato – conclude Paolo Garofalo – come Comune possiamo fare pochissimo. Si cercherà di provvedere all’urgenza che è quella di un pasto ma, ovviamente, questo è molto limitativo”.

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