Modica, la madre di Dennis è grave La faranno abortire per evitare rischi

MODICA.  C ‘è un testimo­ne oculare per l’incidente strada­le avvenuto giovedì della scorsa settimana in Contrada Cavette Passo Parrino, lungo l’arteria provinciale teatro della morte del piccolo Dennis Iabichella. Ma a tenere sulla corda i familia­ri e l’intera cittadinanza sono so­prattutto le condizioni delle tre donne superstiti.
      L’autovettura   era condotta dalla madre di Dennis, Valeria Agosta. Quest’ultima si trova ricoverata presso il "Civile" di Palermo, in stato di coma. Nel­le ultime ore si sono registrati se­gni positivi perché la giovane donna ha mosso una mano an­che se dal punto divista cerebra­le non ha dato altri segni di mi­glioramento. C’è, in ogni modo, ottimismo tra i familiari anche se i medici palermitani, per via delle lesioni riportate dall’Agosta avrebbero deciso di procede­re a fare abortire la vittima, incin­ta di due mesi, non appena questa migliorerà ulteriormente. Un dramma nel dramma. Sono peggiorate, invece, le condizio­ni della diciottenne sorella di Va­leria Agosta, che si trova ricove­rata a Catania, mentre la madre delle due giovani vittime, Rosa Vindigni, sarà sottoposta ad in­tervento chirurgico dai sanitari dell’Ospedale "Maggiore" di Mo­dica entro la giornata di doma­ni. Le sue condizioni non desta­no preoccupazione. L’indagine intanto prosegue e un contribu­to decisivo potrebbe arrivare dal teste oculare.
      Si tratta di un automobilista di Frigintini che sarebbe sfuggi­to alla tragedia solo per il classi­co colpo di fortuna perché era riuscito a incunearsi tra i due ca­mion che si erano sfiorati con gli specchietti laterali. Secondo una prima ricostruzione della di­namica, l’Iveco, che trasportava grossi stacchi di roccia, dopo es­sersi sfiorato con l’Om 40, si sa­rebbe posizionato trasversal­mente prima di iniziare l’abbattimento di circa venti metri di mu­ro a secco per via dello scoppio di un pneumatico e impattare con l’utilitaria con le tre donne ed il bambino trascinandola per oltre 40 metri.
      I carabinieri della Compa­gnia, com’è noto, hanno già con­segnato il rapporto riguardante il grave sinistro con allegati i rilie­vi fotografici, planimetrici, le di­chiarazioni del testimone ocula­re e tutti gli atti attinenti compre­si i cronotàchigrafi dei due auto­carri dai quali è possibile rileva­re la velocità mantenuta dai due autocarri considerato che l’arte­ria prevede dei limiti massimi di cinquanta chilometri orari. Ma dovrà anche essere verificato che il materiale trasportato da uno dei due autocarri corrispon­derà al peso possibile previsto dalla normativa vigente. L’ipote­si di reato per il conducente dell’ autocarro è di omicidio colposo e lesioni colpose.

Saro Cannizzaro

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