MODICA Campagna contro il randagismo

MODICA – Costano 400 euro al giorno e hanno fatto già lievitare il conto fino a 60mila euro. È la retta che l’amministrazione deve pagare alla cooperativa che si occupa della cattura e della custodia dei cani randagi. Si tratta di 80 cani che sono stati catturati nel territorio modicano e la cui retta giornaliera è di quasi quattro euro al giorno. E’ un costo che è destinato a crescere ancora, ma che potrà essere circoscritto grazie ad una campagna di sensibilizzazione e soprattutto preventiva sul territorio.
L’istituzione dell’ambulatorio veterinario comprensoriale, ubicato in contrada Musebbi nella ex sede della Protezione civile, è stato un primo tentativo di risposta al fine di limitare il fenomeno del randagismo. Amministrazione ed Asl. 7 hanno istituito il servizio che mira innanzitutto ad applicare la legge 15 del 2005 che impone l’applicazione di microchip sia a cani randagi sia di proprietà per avere sotto controllo il fenomeno. L’obbligo del microchip è esteso a tutti i proprietari che rischiano, se non ricorrono a questa pratica, multe da 700 euro per cani classificati non pericolosi a 15mila euro per razze come rotweiler, dobermann, mastini. Dal 20 febbraio scorso sono 80 i cani che sono stati registrati e sui quali sono state applicati i microchip. Un risultato soddisfacente, ma è solo un punto di partenza.
L’ambulatorio conta al momento su un solo veterinario ma nelle prossime settimane, proprio per incentivare il processo, avrà a disposizione altri tre professionisti. Questi si occuperanno anche di informazione sul territorio con particolare riguardo alle scuole. «Non sono molti a conoscere il servizio offerto – dice il responsabile della struttura Paolo Garofalo -. Molto è stato fatto ma moltissimo resta da fare, soprattutto negli altri comuni del comprensorio. I proprietari di cani devono sapere che il servizio è gratuito e il microchip è obbligatorio».
Per circoscrivere il fenomeno del randagismo inoltre è stata avviata la pratica della sterilizzazione dei cani catturati ed avviati alla struttura ricettiva. Questa sembra essere infatti la pratica più adatta , peraltro prevista dalla normativa, per limitare nel tempo il fenomeno. II randagismo è infatti causa di incidenti come morsicature nei confronti dell’uomo, con ricoveri stimati attorno a sei, sette a settimana, incidenti stradali e cadute di ciclisti che percorrono strade di campagna, per non parlare di allevamenti presi di mira dai cani vaganti per la campagna. Secondo una stima della Asl 7 sono 5000 in tutta la provincia i cani randagi che si muovono in branco o singolarmente.Duccio Gennaro

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